Il MIT Vara la nuova disciplina delle autorizzazioni.
Di Carmine Soldano
Con il Decreto Dirigenziale del 22 settembre 2025, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 225 del 27 settembre, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha completamente ridisegnato le regole per il rilascio e la gestione delle autorizzazioni internazionali al trasporto di merci su strada.
Il provvedimento non è un semplice ritocco normativo, ma un vero e proprio riassetto dell’intera materia, che sostituisce le disposizioni ormai datate del 2013 e del 2015. La riforma si innesta in un contesto di forte trasformazione: dal 1° gennaio 2026, infatti, le autorizzazioni multilaterali CEMT diventeranno esclusivamente digitali. Ergo, era inevitabile aggiornare l’impianto regolatorio, per renderlo più moderno, trasparente ed equo.
- CHI PUÒ OTTENERE LE AUTORIZZAZIONI
Il decreto conferma che possono concorrere sia le imprese di autotrasporto per conto terzi, sia quelle che operano in conto proprio, oltre a consorzi e cooperative. Non vi è spazio, insomma, per soggetti improvvisati: occorre essere iscritti al REN e all’Albo, disporre di mezzi idonei e di un gestore con qualifiche professionali internazionali. È previsto anche un tetto massimo (n. 30 autorizzazioni per impresa) così da evitare concentrazioni nelle mani di pochi operatori.
- UN SISTEMA MERITOCRATICO
Una delle innovazioni più rilevanti riguarda i criteri di rinnovo e di assegnazione. Non basta più chiedere l’autorizzazione: occorre dimostrare di averla effettivamente utilizzata, almeno con otto viaggi nei primi undici mesi. In altre parole, chi lascia “in sonno” le autorizzazioni rischia di perderle. Le autorizzazioni residue, poi, vengono distribuite tramite graduatoria nazionale, basata su un sistema di punteggi.
Vengono premiati:
- l’uso di veicoli meno inquinanti (Euro 6 e superiori);
- l’adesione al regime doganale TIR, che semplifica i controlli;
- il numero di viaggi bilaterali e multilaterali già effettuati.
Si tratta, dunque, di una logica “meritocratica”: più un’impresa lavora e investe in mezzi moderni, maggiori sono le possibilità di ottenere titoli per il futuro. Ergo, chi dimostra capacità e serietà viene privilegiato.
- AUTORIZZAZIONI BILATERALI E CASI SPECIALI
Il Decreto distingue tra autorizzazioni bilaterali ad assegnazione fissa, destinate alle imprese più attive e strutturate, e quelle a titolo precario, pensate per chi ha meno stabilità, ma mostra comunque dinamismo nell’utilizzo.
Vi sono, inoltre, regole particolari per i traslochi internazionali e per situazioni societarie come fusioni, scissioni o cessioni d’azienda, con la possibilità di trasferire le autorizzazioni.
- CONTROLLI E TRASPARENZA
Il Ministero rafforza anche i presìdi contro gli abusi: ad esempio, sono escluse dalle graduatorie le imprese colpite da revoca della licenza comunitaria, quelle responsabili di infrazioni gravi o di falsificazioni documentali. Una linea di rigore che mira a tutelare la concorrenza leale e a garantire la legalità.
- CONCLUSIONI
Il Decreto del 22 settembre 2025 rappresenta un passaggio fondamentale dacché, da un lato, prepara le imprese all’era digitale delle autorizzazioni internazionali, dall’altro, stabilisce regole più chiare e severe, basate sul principio del “chi usa di più, ottiene di più”.
Come spesso accade nel diritto dei trasporti, si tratta di un delicato equilibrio tra apertura dei mercati e necessità di regolazione pubblica. Nulla di nuovo sotto il sole… Ma il Decreto segna un passo deciso verso un sistema più moderno, trasparente e meritocratico, in cui l’Italia intende farsi trovare pronta alle sfide del 2026.