Procedura negoziata senza previa pubblicazione

Analisi della sentenza c-578/23 e implicazioni per il d.lgs. 36/2023

Di Luca Leccisotti

Introduzione

La recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sezione III, del 9 gennaio 2025, n. C-578/23, affronta una questione di fondamentale importanza per il diritto degli appalti pubblici: l’utilizzo della procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara. La pronuncia chiarisce che la tutela di diritti esclusivi non può essere invocata dall’amministrazione aggiudicatrice quando tale situazione è imputabile alla stessa amministrazione. Questo principio si inserisce nel contesto del D.Lgs. 36/2023, che disciplina le procedure negoziate e il loro corretto utilizzo.

Il presente contributo analizza i principi sanciti dalla sentenza e il loro impatto sulla normativa italiana, con particolare riferimento agli articoli 50, 76 e 97 del Codice dei Contratti Pubblici.


1. La Procedura Negoziata nel Codice dei Contratti Pubblici

1.1. Ambito di Applicazione

Il D.Lgs. 36/2023 disciplina la procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara all’articolo 76, specificando i casi eccezionali in cui questa può essere utilizzata. Tra questi rientrano:

  • Situazioni di estrema urgenza derivanti da eventi imprevedibili;
  • La mancanza di concorrenza per motivi tecnici;
  • La tutela di diritti esclusivi, purché questa sia oggettivamente giustificata.

1.2. Principi Fondamentali

L’utilizzo della procedura negoziata è subordinato al rispetto dei principi di trasparenza, proporzionalità e parità di trattamento, come previsto dall’articolo 30 del Codice. Qualsiasi deroga all’obbligo di pubblicazione deve essere adeguatamente motivata e documentata.


2. La Sentenza C-578/23: Contesto e Principi Enunciati

2.1. Il Caso di Specie

La sentenza riguarda un affidamento disposto nella Repubblica Ceca, in cui l’amministrazione aggiudicatrice aveva giustificato il ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione per motivi di continuità tecnica e tutela dei diritti d’autore relativi a un sistema informatico. In particolare, l’amministrazione aveva invocato la necessità di mantenere il software sviluppato dal precedente fornitore, che deteneva i diritti esclusivi sul codice sorgente.

2.2. Pronuncia della Corte

La Corte di Giustizia ha stabilito che:

  • La tutela di diritti esclusivi non può essere invocata se la situazione di esclusività è imputabile all’amministrazione aggiudicatrice;
  • L’amministrazione deve dimostrare di aver condotto ricerche serie per individuare operatori alternativi in grado di fornire soluzioni compatibili;
  • La specificità tecnica di un software non giustifica automaticamente l’esclusione dalla concorrenza.

2.3. Razionale della Decisione

La Corte ha sottolineato che l’obiettivo della normativa europea in materia di appalti è garantire la massima apertura alla concorrenza, evitando pratiche che possano limitare la partecipazione degli operatori economici.


3. Implicazioni per il Sistema Italiano

3.1. Adattamento alla Normativa Nazionale

La sentenza C-578/23 si allinea ai principi già sanciti dal D.Lgs. 36/2023, in particolare:

  • L’articolo 50 consente l’utilizzo di procedure aperte e trasparenti anche per gli affidamenti sottosoglia;
  • L’articolo 76 richiede una rigorosa motivazione per il ricorso alla procedura negoziata senza bando.

Tuttavia, la sentenza evidenzia la necessità di una maggiore attenzione da parte delle amministrazioni aggiudicatrici nella gestione dei contratti che potrebbero creare situazioni di monopolio o esclusività tecnica.

3.2. Verifica delle Motivazioni Addotte

Le stazioni appaltanti devono:

  • Documentare in modo esaustivo le ragioni tecniche e giuridiche alla base del ricorso alla procedura negoziata;
  • Dimostrare di aver esplorato alternative sul mercato, coinvolgendo un numero adeguato di operatori economici.

4. Criticità e Raccomandazioni Operative

4.1. Contratti Originari e Clausole Esclusive

La sentenza sottolinea l’importanza di una corretta redazione dei contratti originari. Le amministrazioni devono evitare di inserire clausole che attribuiscano al fornitore diritti esclusivi senza una valida giustificazione tecnica o economica.

4.2. Monitoraggio e Prevenzione

Per prevenire situazioni di esclusività:

  • È necessario monitorare costantemente il mercato per identificare nuovi operatori e soluzioni tecnologiche;
  • Gli appalti devono essere progettati in modo da favorire la concorrenza, ad esempio attraverso l’adozione di standard aperti per i sistemi informatici.

4.3. Formazione del Personale

Le stazioni appaltanti devono investire nella formazione dei propri funzionari per garantire una corretta applicazione delle norme e una gestione trasparente delle procedure negoziate.


5. Conclusioni

La sentenza C-578/23 rappresenta un’importante conferma dei principi di concorrenza e trasparenza che sottendono la normativa europea e nazionale in materia di appalti pubblici. Le amministrazioni aggiudicatrici italiane devono recepire gli insegnamenti della pronuncia per evitare il ricorso improprio alle procedure negoziate senza bando e garantire un utilizzo efficace e corretto degli strumenti previsti dal D.Lgs. 36/2023.

Un’applicazione rigorosa di questi principi non solo previene il contenzioso, ma contribuisce anche a promuovere l’efficienza e l’equità del sistema degli appalti pubblici, favorendo una maggiore partecipazione degli operatori economici e una migliore gestione delle risorse pubbliche.

Redazione Polizia Locale Digitale
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