Risolto per voi: Accertamento e contestazione dell’ Art. 86, comma 2 CdS

Di Giuseppe Mazzone

L’articolo 86, comma 2, del Codice della Strada colpisce con rigore l’esercizio non autorizzato del servizio di piazza e del servizio taxi.

RIFERIMENTO NORMATIVO

Sul piano teorico, come enunciato dallo stesso codice “Chiunque, senza avere ottenuto la licenza prevista dall’articolo 8 della legge 15 gennaio 1992, n. 21, adibisce un veicolo a servizio di piazza con conducente o a taxi è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 1.812 a

€ 7.249. Dalla violazione conseguono le sanzioni amministrative accessorie della confisca del veicolo e della sospensione della patente di guida da quattro a dodici mesi, ai sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI”. (Gazzetta Ufficiale n.114 del 18-5-1992 – Suppl. Ordinario n. 74) Del veicolo, viene quindi trattenuto il documento di circolazione e, lo stesso viene sottoposto alla misura cautelare del sequestro finalizzato alla confisca. Essendo prevista la confisca del veicolo non è ammesso il pagamento in misura ridotta. Infatti il verbale di contestazione non riporterà gli importi della sanzione, ma verrà inviato al prefetto del luogo entro 10 giorni dalla commessa violazione. La patente di guida viene ritirata e inviata entro 5 giorni all’UMC del luogo dell’accertamento, per la relativa sospensione.

Sul piano pratico, però, accertare questa violazione non è mai un’operazione banale: richiede preparazione, conoscenza del territorio e tempismo operativo. In questo articolo cercheremo di offrire una narrazione chiara e descrittiva di come si svolge il fenomeno, quali siano le fasi più delicate

dell’accertamento e quali cautele adottare per trasformare un controllo di strada in un procedimento amministrativo solido e difendibile.

PROGRAMMAZIONE ATTIVITA’

La programmazione dell’attività di controllo richiede inoltre servizi specifici e pianificati: le operazioni in borghese sono spesso necessarie poiché gli abusivi si mimetizzano tra gli avventori e cambiano comportamento se percepiscono la presenza di forze in divisa. È preferibile che l’azione sia condotta da una squadra di tre operatori in abiti civili, supportata da una pattuglia in uniforme pronta a intervenire se la situazione lo richiede; il veicolo impiegato come auto civetta dovrebbe essere adeguatamente attrezzato, con un lampeggiante magnetico a disposizione per le fasi in cui è necessario segnalare

l’intervento. Durante le operazioni di osservazione uno degli operatori in borghese dovrebbe mantenersi sempre nelle immediate vicinanze del veicolo per poter partire con rapidità quando le condizioni lo permettono. Tra le dotazioni imprescindibili figurano la placca con tessera di riconoscimento, la paletta per le necessarie intimazioni e il giubbotto catarifrangente per la sicurezza dell’operatore durante le fasi di fermo e gestione della scena.

SITUAZIONI DI STRADA: LUOGHI SENSIBILI, MODUS OPERANDI E VITTIME

I luoghi in cui si concentra maggiormente l’attività abusiva sono quelli a elevata concentrazione di persone in movimento: aeroporti, stazioni ferroviarie e poli di interscambio sono punti naturalmente esposti, ma nelle grandi città assumono un ruolo altrettanto critico le aree di aggregazione serale e

notturna, come discoteche e vie della movida. L’azione tende a intensificarsi nei fine settimana e nei periodi di maggiore afflusso turistico, quando il trasporto pubblico diminuisce o cessa e i turisti, spesso stranieri, si trovano a cercare un mezzo per raggiungere alloggi lontani o poco serviti. Chi offre il servizio abusivo si posiziona in prossimità di queste aree, osserva la folla e, con tattiche di avvicinamento collaudate, si propone come tassista autorizzato. La contrattazione sul prezzo è il momento in cui si stabilisce la volontà di prestare il servizio a titolo oneroso: il passeggero comunica la destinazione e il conducente propone una tariffa, a volte negoziata sul posto. Per l’operatore è indispensabile intercettare e documentare questa fase iniziale della trattativa: è lì che si concretizza l’offerta di servizio a titolo oneroso, elemento centrale per configurare l’illecito. Quando il passeggero accetta, spesso il gruppo si dirige verso un’autovettura che non è necessariamente parcheggiata vicino al luogo dell’approccio. Per l’operatore è cruciale seguire visivamente la dinamica e, se possibile, accompagnare lo spostamento con un’azione discreta di monitoraggio. Annotare la targa del veicolo, la sua direzione e qualsiasi elemento identificativo prima che la vettura prenda la strada è un dettaglio determinante. La pattuglia, una volta allertata, deve valutare la possibilità di un inseguimento tenendo conto della sicurezza pubblica e delle procedure operative in vigore. Se il veicolo parte e la corsa inizia, la scelta di intervenire sulla strada comporta rischi che vanno ben calibrati: in assenza di condizioni di sicurezza per un fermo immediato, è preferibile pianificare forme di blocco alternative trovare luoghi idonei.

FASE CRUCIALE

Nel caso in cui il conducente si fermi, la fase successiva assume un’importanza strategica. Il primo obiettivo degli operatori è spezzare ogni possibile circuito di collusione: separare il conducente dai passeggeri evita che convincimenti o pressioni verbali alterino le dichiarazioni. La comunicazione con i passeggeri deve essere immediata e rassicurante: i turisti, colti impreparati, tendono a spaventarsi e a essere confusi; spiegare con calma che si tratta di un controllo di polizia e che si sta verificando la legittimità del servizio elimina in parte l’ansia e facilita la raccolta delle informazioni. Il controllo documentale sui presenti segue le procedure ordinarie, ma l’elemento probatorio che più conta rimane la dichiarazione del passeggero la proposta di servizio, le modalità del contatto, la somma pattuita e la destinazione della corsa, nonché l’eventuale conoscenza del conducente. Quando possibile, la dichiarazione dovrebbe essere raccolta in forma scritta ai sensi dell’art. 13 della legge n. 689/1981 e corredata da copia del documento di identità: una dichiarazione autografa costituisce una prova particolarmente solida. Qualora il dichiarante non parli italiano, è opportuno consentire che la dichiarazione sia redatta e sottoscritta nella lingua d’origine; l’attenzione alla tutela della vittima è fondamentale affinché questa si senta protetta e disponibile a collaborare.

ERRORI DA EVITARE

La legittimità del verbale di contestazione poggia sulla capacità di collegare la condotta alla misura restrittiva mediante un racconto probatorio coerente e documentato. Gli elementi quindi da inserire sono: i) La condotta materiale, ii) l’assenza della licenza, iii) il nesso di causalità tra condotta ed esercizio dell’attività, iiii) contestualità e precisione. Per questo motivo il verbale deve ricostruire l’intera sequenza degli eventi: l’avvicinamento, l’offerta, l’accettazione, lo spostamento verso il

veicolo, l’inseguimento eventualmente attivato, il fermo e la raccolta delle dichiarazioni. Per fare ciò un consiglio è quello di redigere una relazione di servizio da allegare al verbale di contestazione. Non di meno importanza è riportare negli atti anche la posizione dei passeggeri, che nella maggior parte dei casi siedono posteriormente.

Infine, la professionalità dell’operatore si misura nella capacità di gestire la fase umana dell’intervento: tranquillizzare i passeggeri, evitare che dichiarazioni rese sotto pressione vengano successivamente negate, mantenere ordine e sicurezza senza eccedere nell’azione coercitiva. L’esperienza territoriale, la conoscenza dei luoghi e dei momenti in cui il fenomeno si manifesta con maggiore intensità sono risorse fondamentali per programmare servizi mirati ed efficaci.

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