Pubblichiamo la lettera del comitato referendario che spiega l’iniziativa.
In data 08/04/2025 n. 14 promotori, costituenti e sostenitori del “Comitato Promotore del Referendum Abrogativo della Polizia Locale”, si sono presentati innanzi la Corte di Cassazione in Roma per presentare n. 5 quesiti referendari abolitivi attinenti le norme che oggi fondano esistenza, organizzazione e qualifiche della Polizia Locale come oggi concepita. Dall’11/04/2025 è stata formalmente avviata la raccolta di firme sulla piattaforma ufficiale online del Ministero della Giustizia a favore dei n. 5 referendum. e tuttora è in corso.
Nonostante quanto possa sembrare, l’iniziativa referendaria promossa non è contraria alla Polizia Locale, anzi è proprio il contrario: il Comitato è infatti composto e sostenuto da appartenenti a numerosi, differenti, Corpi e Servizi di Polizia Locale italiani. Questa strada è stata intrapresa come estrema forma di protesta contro l’immobilismo che da decenni caratterizza l’atteggiamento del Legislatore nei confronti della Polizia Locale.
Nonostante le pressioni provenienti dalla Polizia Locale miranti ad un miglioramento, essa — si ricorda, investita degli stessi doveri previsti per le omologhe Forze statali — continua ad essere priva di strumenti giuridici, operativi e previdenziali/assistenziali fondamentali. Di ciò risente negativamente non solo la condizione di lavoro dei Poliziotti locali, ma anche e soprattutto il servizio offerto ai Cittadini. La proposta riformativa avanzata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in febbraio 2024 pareva voler soltanto confermare lo status quo.
Il Comitato ha dunque inteso porre finalmente il Legislatore davanti una scelta circa il destino della Polizia Locale: se i suoi appartenenti devono essere Poliziotti. ebbene che essi vengano trattati ed attrezzati come poliziotti; se non si è disposti a riconoscere ciò. allora che la Polizia Locale cessi di esistere e si venga inquadrati nel personale amministrativo. Naturalmente nessuno del Comitato si auspica questa seconda ipotesi, ed appare assai difficile che lo Stato possa fare a meno di decine di migliaia di operatori di polizia sul territorio che già oggi affiancano degnamente le Forze statali nei servizi tradizionalmente affidati a queste, e che svolgono servizi quasi esclusivi (infortunistica, commercio, edilizia, ambiente, etc.).
Alcuni temono che l’eventuale abolizione dell’attuale forma di Polizia Locale comporti automaticamente il trasferimento in altre zone d’Italia o, peggio, il licenziamento: ebbene, non è così. Innanzitutto il D.Lgs. 165/2001 prevede procedure di ricollocamento del personale pubblico in esubero in altre strutture della propria Pubblica Amministrazione o in altre Pubbliche Amministrazioni (e tante di queste, locali e statali, in Italia hanno profondi vuoti di organico); licenziamenti di massa creerebbero poi una “bomba sociale” che il Legislatore non potrebbe non affrontare; licenziamenti e ricollocamento di personale in Amministrazioni civili non risolverebbero poi il problema per lo Stato dato dalla perdita di numerosissimi operatori di polizia sul territorio, che verrebbero meno e non svolgerebbero più il loro servizio, creando un indubbio vuoto; dovendo pertanto sopperire al vuoto ed alle necessità di controllo degli stessi territori (queste ultime non verrebbero meno con la scomparsa della Polizia Locale), non si vede ragionevole motivo per cui si dovrebbe procedere allo spostamento di personale dai propri territori.
Qualora i n. 5 referendum dovessero avere esito positivo, sarebbe assai verosimile che il Legislatore sia chiamato a prevedere una soluzione per riassegnare gli ex appartenenti alla Polizia Locale a funzioni di polizia; qualora invece non si dovesse raggiungere il numero di firme necessario, maggiore sarà il numero di sottoscrizioni a favore. maggiore sarà la manifestazione del disagio che affligge gli odiemi Poliziotti locali. Non è più accettabile, per dignità, l’essere trattati come aiuto cameriere quando in realtà si presta servizio (anche su pretesa dello stesso datore di lavoro) come cameriere esperto: se si vuole un cameriere esperto, bisogna prima di tutto essere disposti a riconoscerne la professionalità, altrimenti diventa sfruttamento.
I n. 5 referendum possono essere sostenuti con n. 5 firme digitali, applicabili mediante SPID e CIE, sulla piattaforma del Ministero della Giustizia, raggiungibile mediante il sito web del comitato referendumabrogativopolizialocale.eu.
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