Verifica dei Requisiti postuma nella Procedura di Gara

Dubbi e perplessità evidenziati da Luca Leccisotti

1. Introduzione

L’evoluzione normativa del diritto degli appalti pubblici, consolidata dal Decreto Legislativo 36/2023 e dal successivo correttivo (D.Lgs. 209/2024), ha rafforzato un principio fondamentale nell’ambito delle procedure di evidenza pubblica: la prevalenza della sostanza sulla forma. La giurisprudenza amministrativa, con particolare riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, n. 1425/2025, ha contribuito ad avvalorare tale orientamento, estendendo la possibilità di verifica dei requisiti dei concorrenti anche in una fase successiva all’aggiudicazione definitiva. Il presente contributo intende esaminare i principi giuridici sottesi a questa evoluzione, con particolare attenzione al principio di risultato e alla disciplina del soccorso istruttorio.

2. Il Principio di Risultato e la Verifica Successiva dei Requisiti

L’art. 99 del D.Lgs. 36/2023, come modificato dal correttivo D.Lgs. 209/2024, consente, in determinate circostanze, di effettuare le verifiche sui requisiti anche dopo l’aggiudicazione, in ossequio al principio di risultato. Quest’ultimo costituisce uno dei cardini del nuovo Codice dei contratti pubblici, imponendo alle stazioni appaltanti di privilegiare il conseguimento degli obiettivi dell’appalto rispetto a rigidità formali che potrebbero compromettere l’efficacia della procedura.

La pronuncia del Consiglio di Stato, nella sentenza citata, ha confermato la legittimità di tale impostazione, sottolineando come la verifica postuma dei requisiti non costituisca una violazione della par condicio dei concorrenti, bensì un necessario adeguamento ai principi di proporzionalità e ragionevolezza. Ciò si inserisce in un quadro giuridico che considera il procedimento di gara come un continuum, finalizzato a garantire che l’appalto sia aggiudicato al soggetto più idoneo alla realizzazione dell’opera o alla prestazione del servizio.

3. Il Soccorso Istruttorio: Categorie e Funzione

Il soccorso istruttorio, disciplinato dall’art. 101 del D.Lgs. 36/2023, ha subito una riformulazione che ne ha ampliato la portata. La giurisprudenza ha distinto quattro tipologie di soccorso istruttorio, ognuna con specifiche finalità e limiti:

  1. Soccorso integrativo o completivo (comma 1, lett. a): consente di sanare carenze documentali di natura formale, senza modificare il contenuto sostanziale dell’offerta.
  2. Soccorso sanante (comma 1, lett. b): permette di correggere omissioni, inesattezze o irregolarità della documentazione amministrativa.
  3. Soccorso istruttorio in senso stretto (comma 3): si riferisce alla possibilità di richiedere chiarimenti sull’offerta economica o tecnica, senza alterarne i contenuti essenziali.
  4. Soccorso correttivo (comma 4): consente al concorrente di rettificare errori materiali fino al giorno di apertura delle offerte, nel rispetto dell’anonimato e dell’immodificabilità sostanziale.

L’applicazione del soccorso istruttorio risponde all’esigenza di evitare esclusioni meramente formali e di garantire che la scelta del contraente avvenga nel rispetto della migliore offerta, in linea con il principio di risultato.

4. Implicazioni Giuridiche e Criticità

L’interpretazione evolutiva fornita dal Consiglio di Stato solleva alcune questioni giuridiche di rilievo. In primo luogo, si pone il problema della compatibilità della verifica postuma dei requisiti con il principio della par condicio dei concorrenti. Se da un lato si riconosce l’esigenza di evitare esclusioni ingiustificate, dall’altro si deve garantire che tale flessibilità non si traduca in un’indebita alterazione del procedimento di gara.

Inoltre, l’estensione del soccorso istruttorio rischia di generare margini di discrezionalità che potrebbero favorire contenziosi. Il bilanciamento tra il principio di risultato e la tutela della concorrenza deve essere attuato con criteri chiari e prevedibili, affinché la verifica successiva dei requisiti non diventi uno strumento di sanatoria indiscriminata.

5. Conclusioni

L’evoluzione della normativa sugli appalti pubblici, corroborata dalla giurisprudenza amministrativa, sta progressivamente orientando le procedure di gara verso una maggiore attenzione alla sostanza piuttosto che alla forma. La possibilità di verifica dei requisiti anche dopo l’aggiudicazione, seppur non esente da criticità, si colloca in un quadro normativo che privilegia il buon esito dell’appalto e la selezione del miglior contraente.

Rimane tuttavia fondamentale che l’applicazione di tali principi avvenga nel rispetto dei criteri di trasparenza e concorrenza, evitando distorsioni che possano compromettere la regolarità del procedimento di gara. La sfida per il futuro sarà quella di affinare ulteriormente l’equilibrio tra flessibilità e rigore normativo, garantendo che le procedure di evidenza pubblica siano al contempo efficaci e rispettose dei principi di legalità e imparzialità.

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