di STEFANO MANINA
A quasi un anno di distanza dalla cosiddetta riforma del codice della strada introdotta dalla famosa legge 25 novembre 2024, n. 177 (revisione del Codice della strada),
quando ancora molte delle principali novità, sebbene divenute legge, non sono ancora diventate operative, si pensi tra tutte alla questione della targatura e copertura assicurativa dei monopattini,
mentre continua ad imperversare il caos autovelox cui il legislatore non ha posto rimedio o fatto chiarezza definitiva,
in attesa di ancora molti decreti attuativi,
ecco annunciato il rinvio della prevista riforma sostanziale del codice della strada che più parti vorrebbero più snello, più incisivo, più conforme e armonizzato a livello comunitario, e soprattutto più garante della sicurezza stradale.
Infatti, come si apprende dal comunicato stampa diffuso da Palazzo Chigi e relativo alla riunione del Consiglio dei Ministri del 5 novembre scorso il Governo, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, ha approvato un disegno di legge per la proroga del termine per l’esercizio della delega prevista dall’articolo 35 della legge 25 novembre 2024, n. 177 (revisione del Codice della strada).
Il testo proroga di sei mesi il termine per l’adozione dei decreti legislativi volti alla riscrittura integrale del Codice, per garantire un ordinamento della circolazione stradale organico, semplificato e stabile.
E dire che dallo scorso novembre, licenziata una riforma che nelle intenzioni del legislatore doveva essere copernicana, più volte in modo occasionale e disorganico il codice della strada è già stato ulteriormente modificato qua è la.
Si pensi:
alle novità apportate all’articolo 192 in materia di obbligo di fermarsi all’alt apportati col Decreto Sicurezza,
alla modifica della disciplina di cui all’articolo 9 delle competizioni sportive su strada,
alle ultime modifiche apportate dal Decreto Legge Terra dei Fuochi all’articolo 15 e all’articolo 201 bis relativo all’uso delle telecamere per le quali ancora mancavano i decreti attuativi, ma che comunque è già stato modificato.
E cosi quella che in realtà all’occhio attento di questa redazione e di molti commentatori e addetti ai lavori doveva essere una riforma sostanziale da realizzare attraverso la completa riscrittura del Codice Stradale profondamente ma solo parzialmente modificato dalla legge 177/2024 in attesa della totale riscrittura del codice che la stessa legge delegava al legislatore entro un anno…..
… tale riscrittura è ad oggi rimasta lettera morta o almeno rimandata di sei mesi.
Supponiamo per mille motivi, dalla comprensibile lunghezza e complessità dell’intervento normativo delegato, dall’iter legislativo complesso, dalle altre urgenze considerate più impellenti da esecutivo e parlamento, dalla delicatezza del tema e dai tanti interessi in gioco.
Nel mentre anche il legislatore europeo spinge sull’acceleratore di tale riforma ; infatti è di pochi giorni fa la notizia della nuova direttiva comunitaria sulle patenti di guida della quale anche il nostro paese dovrà tener conto uniformandosi e recependo la normativa unionale.
Di per sé un rinvio non è una notizia in assoluto negativa soprattutto se permetterà al legislatore di operare in modo opinato sia dal punto di vista della tecnica legislativa, evitando strafalcioni o evidenti dubbi di legittimità costituzionale, spesso riscontrati in leggi scritte troppo in fretta e di pancia, sia dal punto di vista delle scelte strategiche che con coraggio andranno fatte.
E se tra i molti interessi in gioco, dal consenso politico, agli interessi dei costruttori, dei produttori di monopattini, degli ambientalisti, delle assicurazioni, delle associazioni delle vittime della strada, dei produttori di strumenti di rilevamento delle violazioni e di telecamere si vorrà porre al centro, come doveroso, la sicurezza stradale ascoltando e comprendendo anche le posizioni degli addetti del settore e degli organi di polizia stradale in primis.
E forse, uno dei motivi del rinvio e dell’empasse della riforma passa ancora una volta dall’indeterminatezza del ruolo delle polizie locali che specie in ambito urbano sono l’organo maggiormente deputato a far rispettare le regole della strada.
Servirà una normativa chiara, severe, attuabile, economicamente sostenibile anche attraverso l’impiego di mezzi e banche dati condivisi alle quali tutti gli organi di polizia possano accedere in modo diretto e gratuito.
Ecco allora che viene inevitabilmente da pensare che la riscrittura del Codice della Strada sia in qualche modo legato a doppia mandata anche alla attesa riforma della Polizia Locale.
E forse proprio per questo che il Governo ha prorogato i termini per l’adozione della legge delega !









