Affitti brevi: nuova puntata

Csm Lignius affitti brevi case in legno 16 9 24 be61e4ab0e

Il Consiglio di Stato ridisegna il confine tra libertà d’impresa e sicurezza.

Di Carmine Soldano

  1. QUANDO IL CONTROLLO DIVENTA RACCONTO DEL TERRITORIO

C’è un filo sottile, quasi impercettibile, che unisce la porta di un appartamento destinato agli affitti brevi e le dinamiche più profonde della sicurezza urbana. Un filo che l’innovazione digitale ha teso fino al limite, trasformando ciò che un tempo era un incontro, gestore e ospite, sguardo e documento, in un semplice scambio di codici via messaggio, spesso anonimo, talvolta opaco.

In questo scenario mutevole, la sentenza del Consiglio di Stato datata 21/11/2025 assomiglia a un faro acceso in un porto agitato: non si limita a correggere un errore, ma ricostruisce una visione, restituendo dignità giuridica alla domanda fondamentale che ogni comunità si pone da sempre: chi entra nei nostri spazi? Ma, soprattutto: chi ne risponde?

  • LA CONTROVERSIA: TRA SEMPLIFICAZIONE E SMARRIMENTO DELL’IDENTITÀ

Il punto di frattura nasce dalla circolare del 18 novembre 2024, con cui il Viminale, col passo cauto di chi sa che una norma può cambiare abitudini consolidate, aveva stabilito che l’identificazione degli ospiti non poteva essere ridotta all’invio di una fotografia di un documento.

Il TAR Lazio, tuttavia, aveva letto quella stessa circolare come un passo indietro nella modernità. L’obbligo di identificazione “fisica” era apparso ai giudici di primo grado una misura eccessiva, quasi nostalgica, in contrasto con la semplificazione amministrativa e non sostenuta da evidenze stringenti.

Nel frattempo, il mondo reale continuava a correre: tra check-in automatizzati, key-box disseminate nei centri storici e documenti digitali circolanti senza volto, gli operatori oscillavano tra entusiasmo e disorientamento. I Comuni più turistici avevano iniziato a intervenire, alcuni con regolamenti severi, altri con approcci più morbidi, ma l’intero settore rimaneva sospeso in un limbo interpretativo.

  • LA SENTENZA: QUANDO IL GIUDICE RICORDA CHE LA SICUREZZA NON È UN ORPELLO

Il Consiglio di Stato, con una chiarezza quasi chirurgica, rimette ordine nella materia.
La comunicazione degli alloggiati, afferma, non è un adempimento turistico, ma un presidio tipico della pubblica sicurezza, tanto quanto l’attività di controllo del territorio o la prevenzione dei reati.

La circolare del Viminale non inventa nulla, bensì si limita a “fare pulizia”, a definire ciò che già esisteva. Infatti, gli obblighi di identificazione sono antichi, scolpiti nel TULPS e nella normativa antiterrorismo.

Il Supremo organo di giustizia amministrativa non demonizza la tecnologia, ma evidenzia i limiti e le criticità del suo impiego: la verifica dell’identità può avvenire anche a distanza, tramite dispositivi di collegamento, benché idonei a garantire il riconoscimento reale della persona.
Quindi, non è il mezzo a fare la differenza, ma la sua capacità di impedire l’anonimato. Rectius: la tecnologia è benvenuta, ma non deve trasformarsi in un’ombra al posto di un volto.

  • LE RICADUTE OPERATIVE PER LA POLIZIA LOCALE: UNA SOGLIA DA PRESIDIARE

Per la Polizia Locale, il quadro che emerge è tutt’altro che astratto: è la descrizione di un territorio da vigilare con strumenti nuovi, ma con la stessa attenzione antica.

  • CONTROLLARE GLI ACCESSI NON BASTA PIÙ.

Non interessa soltanto se gli ospiti sono comunicati, ma come vengono identificati.
I dispositivi devono essere idonei, non simbolici.

  • LE ISPEZIONI DIVENTANO PIÙ INTELLIGENTI.

Il controllo della struttura non è più una verifica “di facciata”:
contano i flussi, i tempi, le modalità di accesso, l’effettività del riconoscimento.

  • MAGGIORE FORZA NELL’INTERLOCUZIONE CON I GESTORI.

La sentenza diventa un argine a giustificazioni evasive, a opacità operative, a pratiche borderline.

  • CONTRASTO AL SOMMERSO.

La tracciabilità reale degli ospiti è un’arma formidabile contro le locazioni irregolari che sfuggono al radar fiscale e di sicurezza.

  • REGOLE COMUNALI FINALMENTE STABILI.

I Comuni possono disciplinare, integrare e coordinare, sapendo che la cornice di competenza è statale e immodificabile.

  • CONCLUSIONE: OLTRE ALLA SERRATURA, LA RESPONSABILITÀ

La decisione del Consiglio di Stato non è un ritorno al passato, né una frenata all’innovazione:

È, piuttosto, un invito a guardare dentro ciò che la tecnologia non può sostituire: il nesso tra identità e responsabilità.

Nel mondo degli affitti brevi, così fluido, così rapido, così esposto, sapere chi entra non è un atto burocratico: è un gesto di tutela verso il territorio, verso i residenti, verso i viaggiatori stessi.

E così il giudice amministrativo, con una sentenza densa e attesa, ci ricorda che anche nell’era dei codici digitali esiste, ancora, una “soglia” da presidiare. Una soglia che non è fisica, ma simbolica!

Condividi questo articolo!