Etilometro: “la prova è di ferro”
Di Giuseppe Vecchio
La sentenza r.g.n. 28194/2025 Sez. IV della Corte di Cassazione riapre il dibattito sull’affidabilità dell’etilometro ed in particolare sugli oneri della difesa.
La Suprema Corte basandosi su un principio ormai consolidato afferma che, per contestare la regolarità dell’omologazione o della revisione periodica dell’etilometro, la difesa deve allegare almeno un elemento concreto che faccia sorgere il dubbio sul funzionamento dello strumento.
In altri termini, se l’avvocato non porta in giudizio un “indizio tecnico” come anomalie e discrepanze nel libretto metrologico, criticità nelle schede di calibrazione o interventi di manutenzione anomali, il pubblico ministero non è tenuto a produrre alcuna prova di omologazione o verifica.
Il messaggio è chiaro: l’alcoltest è prova piena, a meno che non venga minato...