Video – Le preoccupazioni economiche dell’ANCI all’indomani della firma per il rinnovo del CCNL

di Stefano MANINA

Subito dopo la firma sulla pre intesa sul rinnovo del CNNL 2022- 2024 degli Enti Locali siglata in data 3 novembre 2025 l’ANCI per mezzo di Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza e coordinatore della consulta città capoluogo ha espresso dubbi e perplessità sulle ricadute economiche dello stesso sulle casse dei singoli Enti.

Infatti, come si legge nel comunicato stampa pubblicato sul sito Anci, gli aumenti sono stati subito definiti giusti e necessari salvo poi sottolineare come gli stessi ricadranno quasi interamente sui Comuni, che proprio in queste settimane stanno affrontando la difficile fase di predisposizione dei bilanci di previsione.

Anci infatti ha accolto con soddisfazione lo sblocco del Contratto nazionale 2022–2024 per i dipendenti degli enti locali ritenendolo un atto dovuto verso lavoratrici e lavoratori che da anni mandano avanti Comuni e Città metropolitane, garantendo servizi essenziali alla vita delle nostre comunità e che, troppo spesso, continuano a essere pagati meno rispetto ad altri comparti della pubblica amministrazione.

Ma ha anche ribadito come gli stessi gravino di fatto interamente sui bilanci dei comuni che già oggi, faticano a reggere l’impatto dell’inflazione, del caro energia e dei vincoli di spesa che limitano le assunzioni e comprimono la possibilità di migliorare i servizi sottolineando come i conti comunali, siano già appesantiti da tetti e regole che, anche con la nuova disciplina di sostenibilità finanziaria, non consentono di valorizzare davvero il lavoro pubblico locale.

Non solo ma Anci evidenza che questa firma non chiude un percorso, ma ne apre un altro: quello del rinnovo contrattuale per il triennio 2025–2027 che, però, parte con risorse ancora insufficienti: i 150 milioni di euro previsti nella legge di bilancio di quest’anno si riducono a soli 50 milioni per il 2027, mentre i 100 milioni aggiuntivi previsti arriveranno solo a decorrere dal 2028.

Per una vera armonizzazione dei trattamenti economici accessori dei dipendenti comunali con quelli di altri comparti si stima un fabbisogno stimato di oltre un miliardo di euro, cifra molto lontana da quella prevista.

Secondo il sindaco Possamai si tratta di spese obbligatorie per i Comuni, ma nei bilanci comunali non c’è margine. L’alternativa, improponibile, sarebbe quella di obbligare gli enti ad assumere meno personale, tagliare servizi o aumentare le tasse.

In conclusione Anci chiede con forza che, nei passaggi parlamentari della legge di bilancio, lo Stato garantisca un’adeguata copertura finanziaria per il rinnovo contrattuale e metta gli enti locali nelle condizioni di sostenere lo sforzo senza compromettere l’equilibrio dei conti e la qualità dei servizi ai cittadini.

Solo così conclude ANCI si potrà trasformare la buona notizia dello sblocco del Contratto nazionale in un vero passo avanti per tutto il sistema delle autonomie locali”.

Risulta evidente come ancora una volta la questione sia strettamente economica e finanziaria oltre che di allocazione e distribuzione delle risorse.

Il grido di allarme lanciato da Anci è assolutamente condivisibile e andrebbe ricordato come i Comuni siano e debbano essere considerati parte interante dello Stato così come prescritto dall’articolo 114 della Costituzione secondo il quale

La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

La questione è cruciale ed è alla base del diverso trattamento retributivo e contrattuale tra i dipendenti pubblici tutto a sfavore di quello degli enti locali.

Per risolvere tale ingiustizia i Governi e l’Aran non possono limitarsi a sottoscrivere un contratto i cui oneri finanziar ricadono poi su soggetti datoriali terzi senza aver previsto prima il trasferimento delle adeguate risorse economiche.

E ancor peggio sono poi tutti quegli aumenti contrattuali previsti dal CNNL, ma di fatto demandati alla contrattazione decentrata dei singoli Enti, che altro non fanno che mettere in ulteriore difficoltà le amministrazioni comunali, a creare false aspettative e frustrazioni nei lavoratori degli enti locali, ad esacerbare a livello locale le relazioni sindacali e creare ulteriori ingiuste differenziazioni tra comune e comune.

Riportando queste considerazioni alla Polizia Locale la questione si fa ulteriormente grave e preoccupante.

Infatti è facile leggere nel tortuoso complicato e fin ora insoddisfacente percorso della sempre annunciata e mai realizzata riforma della polizia locale anche tali resistenze da parte dell’Anci e dei Sindaci.

Che tutti i giorni si servono delle proprie polizie locali per garantire la sicurezza urbana ai propri cittadini, contribuendo in modo determinate a compiti primariamente dello Stato, lodando e apprezzando a parole gli sforzi e la professionalità dei loro uomini e donne  in divisa, ma anche in modo più o meno evidente ed esplicito frenano sui riconoscimenti giuridici e soprattutto economici che la riforma potrebbe e dovrebbe apportare  per le polizie locali preoccupati dal fatto che se ne dovranno fare carico con i bilanci comunali.

Per convincersi della correttezza di tali ragionamenti basterebbe andare davanti ai cancelli delle tante sedi concorsuali che in tutto il paese in queste settimane vedono accalcarsi migliaia di candidati per i maxi concorsi banditi dai vari Ministeri, dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps.

Ci si aspetterebbe di trovare stuoli di giovani disoccupati e precari e invece si scoprirà che un’altissima percentuale dei candidati è costituita da attempati dipendenti dei comuni e degli enti locali disillusi e scoraggiati e desiderosi di accaparrarsi un posto un po’ più fisso e di smettere di essere considerati figli di un dio minore, togliendo di fatto un’occasione a chi un posto di lavoro ancora non lo ha.

E tra essi non pochi sono anche gli appartenenti alla polizia locale pronti, per avere una qualità di vita migliore e una retribuzione più adeguata, anche a togliersi una divisa il più delle volte amata e portata con orgoglio, ma che ogni giorno diventa sempre più gravoso indossare.

DI SEGUITO IL LINK PER LEGGERE IL COMUNICATO STAMPA DELL’ANCI.

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