Video – Accesso agli atti di gara e rito super accelerato

Di Luca Leccisotti

L’articolo analizza il regime dell’accesso agli atti nel contesto delle procedure ad evidenza pubblica, alla luce dell’art. 36 del D.Lgs. 36/2023, con particolare riguardo al rito super-accelerato e alla decorrenza del termine decadenziale per l’impugnazione delle decisioni della stazione appaltante relative all’oscuramento delle offerte. A partire dalla recente sentenza del Consiglio di Stato n. 24/2025, viene affrontata la questione del dies a quo in presenza di una comunicazione non contestuale all’aggiudicazione, evidenziando le implicazioni sul diritto di difesa e sulla coerenza sistematica dell’impianto normativo.


1. L’accesso agli atti nelle gare pubbliche: inquadramento normativo e ratio della disciplina

Il nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023) ha dedicato specifica attenzione alla disciplina dell’accesso documentale in ambito concorsuale. L’art. 36 impone alla stazione appaltante, al momento della comunicazione digitale dell’aggiudicazione, l’obbligo di mettere a disposizione dei primi cinque classificati non solo i verbali e gli atti presupposti, ma anche le offerte tecniche ed economiche dei concorrenti, salvi i casi di oscuramento motivato per segreti tecnici o commerciali.

2. Il rito speciale ex art. 36, commi 4 ss.: natura, finalità e peculiarità procedurali

La disciplina prevede, per le controversie relative all’accesso e in particolare alle decisioni di oscuramento, un rito abbreviato simile a quello ex art. 116 c.p.a., ma con termine di impugnazione ridotto a dieci giorni. Tale accelerazione processuale risponde all’esigenza di garantire la tempestiva definizione delle controversie in materia di aggiudicazione, evitando ricorsi tardivi che possano bloccare l’esecuzione del contratto.

3. La sentenza del Consiglio di Stato n. 24/2025: il caso concreto e i principi affermati

Nel caso oggetto di giudizio, il ricorrente aveva impugnato sia l’aggiudicazione che il diniego parziale di accesso agli atti. Il TAR aveva ritenuto tardivo il ricorso contro la decisione di oscuramento, ritenendo decorso il termine dalla pubblicazione dell’aggiudicazione. Il Consiglio di Stato, ribaltando tale lettura, ha affermato che il termine di dieci giorni decorre dalla comunicazione della decisione specifica sull’oscuramento e non dalla mera comunicazione dell’aggiudicazione, salvo che tale decisione non sia contestuale.

4. Il dies a quo del termine di impugnazione: tra effettività della tutela e certezza giuridica

Il Collegio ha sottolineato che la decorrenza del termine decadenziale deve ancorarsi alla conoscenza effettiva e legale dell’atto lesivo, coerentemente con i principi generali del diritto processuale amministrativo. Ne discende che, in caso di comunicazione posticipata rispetto all’aggiudicazione, la decorrenza va riferita a tale comunicazione, poiché è solo in quel momento che il soggetto ha cognizione piena dell’atto da impugnare.

5. Profili sistematici: l’invarianza del rito e l’autonomia della categoria di atti impugnabili

Il Consiglio di Stato ha chiarito che il rito super-accelerato si applica a tutte le determinazioni adottate sulle richieste di oscuramento, indipendentemente dal momento della loro adozione. L’autonomia della categoria degli atti impugnabili non viene meno neanche qualora la comunicazione non avvenga contestualmente all’aggiudicazione. L’elemento dirimente resta la lesività dell’atto, non la sua collocazione cronologica.

6. Implicazioni pratiche e responsabilità della stazione appaltante

Ne deriva un onere rafforzato per la stazione appaltante, chiamata a curare con rigore la fase comunicativa, garantendo completezza e tempestività informativa. L’omessa comunicazione della decisione di oscuramento o la comunicazione tardiva può pregiudicare la legittimità del procedimento e aprire margini di contenzioso.

7. Conclusioni: verso una tutela sostanziale e non meramente formale

La pronuncia in esame segna un passaggio rilevante verso una lettura garantista e sostanziale del diritto di accesso e di difesa in ambito contrattuale pubblico. Il diritto ad una piena conoscenza degli atti di gara non può essere sacrificato in nome della celerità, se questa comporta l’impedimento all’esercizio consapevole delle tutele giurisdizionali. Il rito super-accelerato deve quindi coordinarsi con il principio di effettività della tutela giurisdizionale, costituzionalmente garantita.

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