La diretta social come una piazza pubblica

Chatgpt image 28 ago 2025, 17 05 31

La diffamazione 2.0, di Giuseppe Vecchio.

La recente sentenza della Corte di Cassazione r.g.n. 11853/2025, torna a ribadire i confini tra l’ingiuria depenalizzata dal 2016 e il reato di diffamazione, ridefinendoli alla luce del nuovo “palcoscenico” in cui oggi si consumano le relazioni sociali: i social network.

Il caso esaminato è emblematico. In una diretta su TikTok venivano pronunciate espressioni offensive, fruite da numerosi spettatori, tra cui la persona offesa. La questione è semplice: si trattava di un insulto “faccia a faccia”, quindi di un’ingiuria, oppure di una diffamazione ex art. 595 c.p.?

Secondo la Cassazione non vi sono dubbi: si configura diffamazione. La ragione è chiara: l’offesa, sebbene percepita in tempo reale dalla vittima, era indirizzata a una platea...

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