Il “falso innocuo”

Come comprendere se sussiste una effettiva lesività della condotta.
Di Giuseppe Vecchio
La recente pronuncia della Cassazione 35932/2025 torna su un terreno ormai “classico” del diritto penale, sui controversi confini del c.d. falso innocuo. Una categoria che la giurisprudenza continua a “maneggiare con cautela”, oscillando tra esigenze di tutela della pubblica fede e la necessità di non criminalizzare alterazioni prive di qualsiasi effettiva capacità lesiva.
Il caso di specie riguarda una donazione di quote societarie formalizzata mediante documentazione rivelatasi falsa e formalizzata innanzi al notaio.
La Corte, richiamando un filone ormai consolidato, ribadisce che il falso innocuo rientra nel reato impossibile per inesistenza dell’oggetto ai sensi dell’art. 49, comma 2, c.p. Si tratta, come noto, di quel falso “inutile”, che...









