Interessante parere sull’obbligatorietà del controllo da parte della Polizia Locale.
Di Giuseppe Vecchio
Il recente parere della Prefettura di Benevento, secondo cui i controlli anagrafici sarebbero “obbligatori” e dovrebbero essere disposti esclusivamente a carico della Polizia Locale o di collaboratori amministrativi formalmente autorizzati, offre un utile richiamo all’importanza della corretta gestione delle iscrizioni e delle variazioni anagrafiche, quale garanzia di legalità e attendibilità dei registri della popolazione.
È indubbio che il D.P.R. 223/1989 e le circolari ministeriali riconoscano ai Comuni il dovere di accertare la veridicità delle dichiarazioni anagrafiche. Tuttavia, che tali verifiche debbano essere rigidamente appannaggio della Polizia Locale rischia di essere una lettura burocraticamente “ortodossa”, e foriera di inefficienze operative.
La “funzione anagrafe”, per sua natura, è amministrativa e non di polizia. Affidare ogni accertamento alla Polizia Locale significa sottrarre tempo, energie e risorse a compiti ben più urgenti di tutela del territorio, controllo del traffico, sicurezza urbana e attività di polizia giudiziaria. In un contesto in cui gli organici delle Polizie Locali sono già cronicamente sottodimensionati, questa impostazione rischia di trasformare gli agenti in meri “postini anagrafici” anziché operatori di sicurezza urbana.
Al contrario come ribadito dalla Prefettura, l’alternativa è data dall’impiego di personale amministrativo autorizzato per l’esecuzione dei controlli anagrafici, e rappresenta una soluzione più razionale e sostenibile perché:
- sgrava la Polizia Locale da incombenze a “basso impatto operativo”;
- riduce i tempi di verifica;
- migliora l’efficienza dei servizi anagrafici.
Inoltre consente di riservare l’intervento della Polizia Locale in qualità di polizia giudiziaria ai soli casi in cui emergano dichiarazioni mendaci o elementi di rilevanza penale.
In altre parole, si tratta di riconoscere che non tutto ciò che comporta un “controllo” debba tradursi automaticamente in “attività di polizia”. L’accertamento anagrafico è, prima di tutto, una verifica documentale e di carattere amministrativo. E come tale può, e dovrebbe, essere condotto “anche” da personale amministrativo autorizzato.
In conclusione, il parere in questione può essere letto come un’occasione per consolidare un modello organizzativo equilibrato, nel quale la collaborazione tra personale amministrativo e Polizia Locale consenta di coniugare legalità, efficienza e buon uso delle risorse pubbliche.









