Poliziotto stalker
Stato etico o caccia alle streghe?
di Giuseppe Vecchio
La Cassazione ha parlato: un agente di Polizia Municipale colpevole di atti persecutori “stalking” deve essere licenziato, indipendentemente dal fatto che il reato sia avvenuto fuori dal servizio e che non abbia arrecato danno all’amministrazione. La sentenza della Sez. Lavoro n.r.g. 4797/2025 colpisce duro: la “riprovevolezza” della condotta basta a giustificare il licenziamento, anche senza precedenti disciplinari.
Lo Stato si arroga il diritto di giudicare la moralità privata dei suoi dipendenti. Il criterio per lavorare nella pubblica amministrazione non è più solo la capacità professionale, ma un’integrità morale “senza macchia”. Il pubblico dipendente non solo dovrà lavorare bene, ma dovrà anche essere un “modello di purezza” fuori dall’ufficio.
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