Pratiche commerciali scorrette
Il dogma del termine perentorio e l’incompatibilità con il diritto UE.
Di Giuseppe Vecchio
La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 30 gennaio 2025 (C-510/23) ha messo in discussione la conformità della normativa italiana al diritto dell’Unione in materia di pratiche commerciali sleali. La pronuncia ha evidenziato come la rigidità della legislazione nazionale, che impone all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) un limite invalicabile di 90 giorni per avviare la fase istruttoria in contraddittorio, non sia compatibile con il principio di effettività del diritto europeo.
La Corte ha chiarito che gli articoli 11 e 13 della Direttiva 2005/29/CE, letti alla luce del principio di effettività, ostano a un meccanismo procedurale che...